Uomini e donne ideali, adolescenti reali. La Casa delle Donne racconta gli incontri con gli studenti.

di redazione di NoiNo.org

Uomini e donne ideali, adolescenti reali. La Casa delle Donne racconta gli incontri con gli studenti.

Continua il percorso di NoiNo.org Lab – a scuola contro la violenza, una serie di laboratori in due scuole superiori di Bologna. In un precedente post raccontiamo le linee guida del progetto, realizzato insieme alle psicologhe del servizio minori della Casa delle Donne di Bologna, Silvia Carboni e Masha Romagnoli. Qui Masha ci racconta la sua esperienza personale con i tanti adolescenti incontrati nelle scuole, oltre a alcuni dati sulla percezione del genere tra i giovanissimi e sull'accettazione di certi stereotipi nei ruoli uomo-donna nella società. Dato che la carne al fuoco è molta divideremo questa conversazione in più post, anche per dare a chi ci segue la possibilità di aggiungere commenti e riflessioni.

Com'è il primo approccio con i ragazzi?
Spesso c'è un primo meccanismo di difesa "preventiva": "Ecco le solite femministe, ce l'hanno con gli uomini." Tanti ragazzi dicono "Anche le donne sono violente." Noi chiariamo subito che non siamo lì ad accusare nessuno, che non neghiamo che ci siano anche donne con comportamenti violenti, ma spieghiamo che cosa ci mostrano tutti i dati raccolti sulla violenza di genere.
Poi chiariamo le regole (non si parla in coro, non si giudica, tutti possono parlare, si può anche non dire nulla). Stiamo tutti seduti in cerchio, non in cattedra e l'insegnante non c'è. Malgrado questo, gli studenti sono attenti e si attengono alle regole.

Come spiegate agli studenti cosa sono gli stereotipi di genere?

Dividiamo le classi in piccoli gruppi e chiediamo ai ragazzi come secondo loro la società vuole "un uomo ideale" e "una donna ideale". Guardiamo e ritagliamo riviste e giornali di ogni genere e chiediamo ai gruppi di scegliere alcune immagini che secondo loro identificano questi "modelli di riferimento". Così riempiamo due contenitori: la "scatola del vero uomo" e "la scatola della vera donna".

Cosa intendete per "società" in questa fase?
L'insieme di mass media, famiglie, gruppi di amici. Non chiediamo ai ragazzi "Secondo te cos'è un vero uomo", ma "Secondo te, come si immaginano gli altri un vero uomo".

I maschi e le femmine sono in gruppi separati?
Quando è possibile sì, per vedere se e quanto si differenziano le percezioni a seconda del genere. Ma la maggior parte delle volte non è possibile (ad esempio nel liceo Artistico/Istituto d'Arte in una classe ci sono 19 ragazze e 4 ragazzi), in questo caso distribuiamo la "minoranza" nei diversi gruppi.

E che immaginario viene fuori da queste "scatole"? C'è qualcosa che vi sorprende?

Il "vero uomo" deve essere sportivo, guadagnare molti soldi, è macho, non fa lavori di casa. La "vera donna" è una brava casalinga ma anche molto curata nell'aspetto, bella e formosa. Si confermano i classici stereotipi televisivi: "la velina e il calciatore", per semplificare.

Tra i ragazzi italiani e quelli di origine straniera notate differenze forti rispetto a questi temi?
No, l'immaginario e la mentalità sono condivisi in modo molto simile. I dati magari cambiano leggermente tra città capoluogo e provincia, o tra Licei e Istituti Professionali.

Notate differenze nella percezione degli stereotipi tra maschi e femmine?
No, gli stereotipi coincidono. Le ragazze portano le stesse immagini ("casalinga/velina") dei ragazzi. Il ruolo dell'uomo come padre che sta a casa con i figli non esiste. Parlando, escono fuori pregiudizi pesanti: se una donna ha un ruolo di potere sarà andata a letto con qualcuno...
Ma in generale c'è poca consapevolezza di cosa sia uno stereotipo. E ancora prima di che differenza ci sia tra "sesso" (in senso biologico) e "genere" (in senso di costruzione culturale, di ruolo).
Se non so, non so neanche di poter scegliere.

E i ragazzi come si sentono? Ci stanno comodi, in queste "scatole"?

In generale, sono pochi quelli che si sentono "abbastanza dentro", abbastanza adeguati.
Poi chiediamo ai ragazzi quali sono secondo loro i premi e le punizioni per chi corrisponde o non corrisponde agli stereotipi, quali guadagni e quali perdite ci sono. Una risposta tipica è che una donna non bella (ma anche un uomo) avranno più problemi a trovare lavoro, a fare carriera...

Perché, i quattordici-diciottenni si preoccupano di "lavoro e carriera"?
Sono punti di riferimento in base ai quali pensano  che saranno valutati dalla società. E comunque premi e punizioni si ritrovano in parallelo nel mondo delle relazioni tra amici: se non sono bella e formosa non troverò un partner, se non sono eterosessuale avrò meno amici, se non sono vestito bene e provo andare in un locale il buttafuori non mi fa entrare...
Noi lavoriamo molto sul diritto a stare o non stare "nella scatola". Un uomo può anche piangere, una donna può anche scegliere di mettersi la minigonna senza essere considerata "una facile"...

Come misurate questo tipo di percezioni?
In classe facciamo un gioco: disegniamo un bersaglio alla lavagna, in cui il centro è "l'uomo/la donna ideale", e chiediamo a tutti di indicare, in forma anonima, quanto vogliono arrivare a questo obiettivo e quanto si sentono vicini a raggiungerlo, da zero a cento. Il risultato è che la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze aspira ad adeguarsi ma ha paura di non riuscirci. Anche perché corrispondere a questi modelli è praticamente impossibile.

Che dire? I numeri sono abbastanza sorprendenti (e preoccupanti) per chi come noi non si occupa scientificamente di questi temi, e magari dà per scontato che su certe cose le nuove generazioni siano "più avanti" e più libere delle precedenti. In compenso però la reattività e la disponibilità a farsi coinvolgere di tante ragazze e tanti ragazzi fanno ben sperare...



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