La violenza è una storia troppo semplice.

di redazione di NoiNo.org

La violenza è una storia troppo semplice.

"Combattere la violenza di genere con i libri" è il titolo della quarta scheda scaricabile dal kit scuole del progetto NoiNo.org. Qui l'associazione Hamelin racconta come si svolge un suo laboratorio - tipo, uno degli incontri in cui si dedica a "smontare" pregiudizi e luoghi comuni insieme ai ragazzi e alle ragazze delle scuole superiori, usando degli strumenti molto potenti: le storie.

Ma come si scelgono i racconti da mettere nella "cassetta degli attrezzi"?
Scegliamo storie capaci di complicare le idee a ragazze e ragazzi! - spiega Elisabetta Mongardi di Hamelin - La violenza è la risposta più facile che possiamo immaginare a domande complesse come quelle sulla nostra identità, l'amore, l'amicizia, i desideri... Per andare oltre lo schema giusto/sbagliato bisogna mettersi in discussione, raccontarsi... ma parlare direttamente di queste cose è imbarazzante, si ha paura di essere giudicati. Invece attraverso le storie e i loro personaggi si possono  dire le stesse cose senza esporsi. A patto che non siano storie troppo consolatorie, o personaggi che ricalcano uno stereotipo.

Un pubblico di teenager si identifica di più in una storia fantastica o in una narrazione verosimile?
Non è tanto importante che siano storie di fantascienza, autobiografie o romanzi rosa… L'importante è che siano passaggi attraverso cui muoversi dalla narrazione alla dimensione personale. Le storie che funzionano sono quelle che rivelano la complessità del reale, tutte le sue possibili contraddizioni. Raccontare le storie, riflettere sulle storie e reagire alle storie è un modo per prendere consapevolezza di sé e degli altri, che è poi un primo passo per uscire dagli stereotipi. Tra gli autori e le autrici che secondo noi riescono meglio in questa operazione di confondere le idee, citiamo spesso Aidan Chambers, Marie-Aude Murail e John Green.

Quali personaggi attraggono di più i ragazzi e le ragazze che partecipano ai vostri laboratori?
Spesso, i personaggi che attraversano un momento di messa in discussione della loro identità, che per gli adolescenti è una questione centrale: penso a Pierce di Quando eravamo in tre di Aidan Chambers o a Margo di Città di carta di John Green (entrambi i libri sono pubblicati da Rizzoli), che sentono il bisogno di allontanarsi dalla famiglia, dagli amici, dalla scuola per riflettere su chi sono e cosa vogliono.

Quali sono le storie più efficaci per "complicare le idee"?
Di solito quelle che non provano esplicitamente a farlo, quindi che non assumono un atteggiamento "scolastico" o pedagogico rispetto alla questione degli stereotipi.

Come scegliete tra classici per ragazzi e letteratura young adult, graphic novel, cinema o serie televisive?
Non scegliamo, nel senso che non vogliamo stabilire una gerarchia di linguaggi. A noi interessa creare uno spazio - lo spazio della narrazione - in cui, attraverso l'identificazione con la storia, si arrivi a porsi certe domande e riflettere su certe questioni. Che ci si arrivi tramite il disegno, il cinema, la letteratura o altro è, in un certo senso, secondario.

Se volete ulteriormente "confondervi le idee", non vi resta che scaricare la scheda con la descrizione completa del laboratorio e vari suggerimenti per libri e film; nel post sul percorso formativo dedicato alle biblioteche trovate una bibliografia più completa di titoli per young adult e non solo. E nella intervista sul festival Bilbolbul ci sono altri approfondimenti sull'educazione alle differenze attraverso i fumetti. Buone letture!




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